Differenze di genere: la scienza potrebbe tradirvi

Nella nostra società vale tutto e il suo contrario, la mistificazione serpeggia in ogni discorso, è quindi necessario soffermarsi su definizioni a primo impatto scontate, come il genere, ovvero l’ appartenenza al sesso femminile o maschile e la differenza di genere, ossia la diversità di caratteristiche e prestazioni tra l’uno e l’altro sesso.

Il sociologo polacco Zygmund Bauman, già agli albori del Novecento, sottolinea la tendenza della società nel divenire liquida: “l’esperienza individuale e le relazioni sociali sono definite da strutture che si compongono e scompongono rapidamente, in modo vacillante e incerto, fluido e volatile”, oggi la vita è divenuta così liquida da riferirsi anche alla differenza di genere, fluidificatasi.

Oggi, l’uomo è visto come soggetto di un diritto infinito, non è nulla per se stesso prima di aver scelto cosa vuole essere, questa “nudità e materia da plasmare” è così radicale che può decidere persino la sua identità sessuale, o almeno, così desidererebbero i paladini della libera scelta, banderuole incapaci di identificarsi un giorno si e l’altro pure, fortunatamente, c’è un principio che può fare chiarezza e mettere fine a deliri strumentalizzati dai mass media: non si può essere ciò che non si è, quindi, quando si cambia la propria identità di genere non è frutto del libero arbitrio, semplicemente, costituiva già la propria essenza.

Questo concetto non sta bene a tutti, ed ecco che si parte in quarta su coloro che non possono difendersi: i bambini, strampalati “ideali” li vorrebbero identificare in soggetti neutri, cosicché, una volta cresciuti possano decidere il genere che preferiscono, talvolta discostante da quello biologico, ma, di nuovo, bisogna ribadire che l’essenza umana, ciò che distingue la specie umana dalle altre, ciò che permane al di la del mutamento, non si può scegliere.

Il comportamento invece, secondo alcune teorie, può essere influenzato da un riflesso culturale e ciò, può estendersi anche nella distinzione tra maschile e femminile, dunque, quanto c’è di naturale e quanto di culturale nell’uomo? Questa questione, puramente antropologica, non è di facile risoluzione: infatti non esiste un discrimine netto tra cultura e natura, ed è difficile distinguere cosa dipenda dall’una o dall’altra.

Un’ipotesi, molto accreditata ultimamente, è che la differenza tra i generi sarebbe il risultato di una differenza culturale e che, dunque, i diversi ruoli di uomo e donna non siano una conseguenza strutturale e biologica ma un costrutto sociale, che affonda le sue radici addirittura nell’infanzia, in cui il modo di giocare diviene determinante: le bambine vengono avviate verso giocattoli legati alla maternità e alle faccende domestiche, come bambole, passeggini, utensili e cucine giocattolo, per “prendere il loro posto” all’interno di una società sintesi di maschilismo e del patriarcato, mentre i bambini orientati verso giochi dinamici, che esprimono il potere, per esempio armi giocattolo per la lotta, macchinine, costruzioni e soldatini, affinché da adulti mettano in pratica quelle dispotiche capacità apprese da questo indottrinamento che li vuole padri e padroni.

Questa polemica e sterile concezione dai tratti politicamente corretti viene smontata dall’esperimento, attuato nel 2002 da parte di alcuni scienziati sulle scimmie Vervet, questa particolare specie viene selezionata perché assume atteggiamenti simili a quelli umani quando si tratta di giocare, ma, in quanto specie animale, non presenta il presunto indottrinamento di tipo culturale riservato a questi ultimi: le scimmie vengono fornite di giocattoli da maschio e da femmina, sistematicamente, dopo una breve sperimentazione, le scimmie femmine iniziano a giocare con le bamboline, mentre le scimmie maschi ne sono indifferenti, attratte piuttosto da giochi di colori sgargianti, con aspetti dinamici come le macchinine. Ciò inizierebbe a provare che femmine e maschi scelgono i loro giochi perché a monte vi è tra loro una differenza strutturale genetica, non una decisione culturalmente determinata, ma una una predeterminazione biologica, decisamente più profonda.

In conclusione, la scienza tanto sventolata dal mondo moderno, potrebbe rivelare sempre le sue sorprese… chissà che non possa sconvolgerne i piani…

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