Il “ce lo chiedono i mercati” non ci convince più

Ce lo chiedono i mercati”. Quante volte lo abbiamo sentito dire e ripetere come fosse un mantra?

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Dai tempi primordiali l’uomo, dopo aver inventato il baratto, ha ben pensato di sostituire questa forma commerciale con l’introduzione della moneta. E fin qui tutto bene. Andava tutto bene appunto perché la moneta era uno strumento inventato dall’uomo e a servizio dell’uomo. La moneta era prodotta da lui e aveva un vero valore oltre che uno simbolico. Nasceva così una prima e debole economia, prima locale e poi mondiale con scambi e commerci in tutto il globo.

Facciamo un salto di migliaia di anni in avanti. Oggi è ancora così? La risposta è no. La verità è che l’economia ci è scappata di mano. Ci siamo costruiti un circuito che ci ha inghiottito nel suo vortice velocissimo, che diventa più grande e minaccioso ogni giorno che passa. Uscirne è impossibile.
E la moneta non è più al nostro servizio, siamo noi a doverci adattare a lei e non più il contrario. La moneta addirittura è dematerializzata. I vecchi danari d’oro e d’argento sono ora bot, bitcoin, btp, bund. Numeri, dati e semplici collegamenti informatici. Oggi ci sono e domani chi lo sa.

Oggi la finanza è l’economia. Non si possono più separare le due cose. Etimologicamente assumono un significato ben diverso: l’economia è un impiego razionale di denaro e di qualsiasi altro mezzo.
La finanza invece è una disciplina economica che si occupa sempre dell’incremento di capitali. La finanza è un treno in corsa, lanciato in avanti all’impazzata senza un conducente.
Ma cosa sono i famigerati mercati? La vera domanda dovrebbe essere – chi – sono i mercati. O meglio, chi si nasconde dietro ai mercati. Altri non sono che i soliti speculatori, travestiti da filantropi, che vedono nel libero mercato la soluzione a tutto.

Sta diventando sempre più di moda sentire leader nazionali o internazionali dire che bisogna fare qualcosa perché ce lo chiedono i mercati. Sempre più nazioni sono condizionate dalla finanza, arrivando a operare scelte non per il benessere dei cittadini ma solamente per un momentaneo incremento economico.

La politica è arte di amministrare al servizio dei cittadini, e l’economia così come la finanza sono altri due strumenti al servizio della politica e di conseguenza dei cittadini. Oggi è giunto il tempo che le gerarchie siano nuovamente stabilite. Bisogna tirare il freno a mano di quel treno in corsa prima che sia troppo tardi. O arriveremo al punto in cui tutto sarà lecito e consentito in nome dei mercati. Una soluzione potrebbe essere quella del ritorno alla moneta nazionale sull’onda della Brexit, atto di coraggio e di orgoglio non da tutti. Non c’è futuro senza nazioni sovrane. E non ci sono nazioni sovrane se non c’è sovranità monetaria.

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