Riprendiamoci ciò che ci appartiene

Quante volte mentre stai passeggiando per le strade della tua città con le cuffiette, e passi attraverso parchi totalmente monopolizzati da nordafricani?
Spesso non ci fai caso, non te ne accorgi nemmeno.

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Ma sappi che quel parco è anche tuo, ti appartiene. È arrivato il momento di riappropriarci dei nostri spazi. Quanti quartieri in mano dell’invasore, quante strade e quante piazze, ormai inaccessibili? Ricominciamo a vivere questi spazi, creiamo punti di aggregazione sociale, punti di ritrovo. Non lasciamo che il nostro patrimonio nazionale cada in mano a delinquenti e spacciatori, difendiamo i nostri luoghi e restituiamoli alla comunità.
Se non agiremo in tempo, guardare le stelle sdraiati sul prato, pescare nel laghetto del parco vicino casa o addirittura fare una passeggiata diventerà un’impresa.

Ripercorriamo la via dei nostri antenati che vivevano a stretto contatto con l’ambiente che li circondava, e non lasciamo nessuno spazio fisico a chi fa una bandiera del non avere un luogo dove piantare radici: insorgiamo contro il fatalismo e combattiamo contro lo sradicamento!
Obiettivamente, di solito passiamo troppo tempo chiusi in casa, soli e isolati dal resto del mondo. Usciamo, viviamo la nostra terra fino in fondo, torniamo a creare legami con il quartiere, con i vicini, con le persone della nostra comunità.

Il nostro senso comunitario deve rompere le catene dell’individualismo sfrenato, l’uomo è un animale sociale. Certamente le occasioni già pronte sono poche, e non è un caso. Il nemico ci vuole soli, diffidenti l’uno dall’altro, continuamente in litigio tra di noi. O, ancora peggio, privi di interesse nei confronti di mettersi in relazione con l’altro. Qualsiasi esperienza comune, qualsiasi interazione, crea un legame. E questo ai potenti non va giù, perché non si lotta da soli, ma solo fianco a fianco, spalla a spalla. La vita è un allevamento di anime, è un ἀγωγά. Ma nessun allevamento è solitario, e le anime sono preparate assieme o non sono. E questo il nostro nemico lo sa bene.
Ma se noi saremo uniti, ma se noi rafforzeremo i nostri vincoli di amicizia in perfetta sintonia con i luoghi che ci appartengono, allora saremo più forti, e nessuno ci caccerà dalla nostra casa, dalla nostra terra. Dalla nostra Patria.

L’uomo è sempre stato l’anello di congiunzione tra cielo e terra, e deve tornare ad esserlo. Questo è il nostro ambiente naturale, questa è la nostra casa e qui continueremo a vivere. Et ventis adversis.

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